Barbara Bonomi Romagnoli | word
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Economia Canaglia – Intervista a Loretta Napoleoni

I consumatori globali vivono in un mondo di fantasia e illusioni, una ragnatela costruita nella “dimensione virtuale della matrix del mercato”. Dietro c’è il mondo reale, “ripudiato fratello gemello della matrix” stessa. Il pianeta è governato, ma pochi se ne rendono conto, dagli sconcertanti ingranaggi dell’economia canaglia, un fenomeno endemico al capitalismo occidentale, giunto a perversi legami che intrecciano schiavitù e democrazia, medicinali contraffatti e mercato del sesso, oro insanguinato e finanza islamica.

SignorinaEffe. Torino,1980: Il nuovo film di Wilma Labate

Una storia d’amore, ma anche la vicenda di una città, Torino e il suo Lingotto, e di una “classe”, come si diceva allora, che ha perso una battaglia importante nel 1980, segno dell’inizio della globalizzazione e di quel che ne è scaturito: perdita del senso di appartenenza, della centralità del lavoro e anche, forse, della forte spinta rivoluzionaria che aveva caratterizzato il decennio precedente. “Signorinaeffe” il nuovo film di Wilma Labate, regista romana nota tra l’altro per il film candidato all’Oscar dall’Italia “La mia generazione”, tiene insieme questi diversi elementi nel raccontarci quello che accade in quei trentacinque giorni di ottobre quando, allo sciopero e blocco della produzione degli operai contrari ai 15mila licenziamenti annunciati dalla dirigenza Fiat, i capi reparto, gli impiegati e i quadri della Fiat risposero con la marcia dei “40mila”: un fatto eccezionale, per molti uno spartiacque della nostra storia recente.

Ex Jugoslavia, la guerra vista dal tinello di casa – Intervista a Tamara Jadrejcic

Sono passati poco più di dieci anni dalla guerra che negli anni Novanta, “agli sgoccioli del Novecento”, ha portato allo scioglimento della Jugoslavia con un pesante bilancio di vittime e con conseguenze che ancora oggi bruciano e rendono instabile la vita per milioni di persone. La conferma del moderato ed europeista Tadic in Serbia e la futura inevitabile indipendenza del Kosovo potrebbero riaprire scenari difficili.

Destino da bandita, rossovermiglio il colore – intervista a Benedetta Cibrario

Una storia lunga un secolo, che narra qualcosa che, per certi versi, non esiste più ma che al tempo stesso ci parla della contemporaneità e di tutte le contraddizioni non risolte, nelle vicende personali come in quelle pubbliche. Accadeva a Torino nel 1928 che una donna subisse un matrimonio combinato e accade anche oggi. E così come allora si cercano vie di fuga per ribellarsi ad un destino già segnato. È attorno alla vicenda di una giovane nobildonna torinese, sposata appunto per volere del padre, che l’esordiente Benedetta Cibrario ha costruito il suo “Rossovermiglio” (Feltrinelli, 216 pagine, 15 euro).

Madre piccola, voce migrante – intervista a Cristina Ali Farah

“Barni mia, io voglio che mio figlio nasca qui, terra mia madre di cui conosco risvolti della memoria, segreti della parola.” Così Domenica Axad dice all’amata cugina Barni, che ha finalmente ritrovato dopo un lungo e doloroso distacco. Le due donne sono cresciute a Mogadiscio, la guerra civile e altre vicende le hanno separate e poi si sono rincontrare a Roma.

Nunzia e le altre, donne d’onore crescono all’ombra di San Luca – Intervista a Ombretta Ingrascì

Un saggio che intreccia analisi e testimonianze, per cercare di capire il ruolo dell’altra metà del cielo nella complessità del sistema mafioso. È Donne d’onore. Storie di mafia al femminile (Bruno Mondadori, pp. 224, euro 18) di Ombretta Ingrascì, siciliana di origine, ricercatrice da anni su queste tematiche e attiva in programmi di educazione alla legalità nelle scuole medie inferiori e superiori. Ingrascì è convinta che queste attività siano fondamentali per assumere «una prospettiva che ponga in evidenza l’importanza non solo della repressione ma anche e soprattutto della prevenzione» e per riflettere anche sul nodo della «normalità», su cosa significa nascere e crescere in una famiglia di mafia, cogliendo non solo i fattori criminali ma anche quelli socio-culturali.

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