Barbara Bonomi Romagnoli | Quando l’assassino ha le chiavi di casa
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Quando l’assassino ha le chiavi di casa

L’assassino ha le chiavi di case. Con questo slogan lo scorso anno 150mila donne sono scese in piazza per manifestare contro la violenza maschile sulle donne. Oggi è più che uno slogan, se ad usarlo sono anche le agenzie di stampa nazionali nel riportare dati e numeri sulle violenze.

È di pochi giorni fa la notizia che “ogni tre giorni, in Italia, una donna viene uccisa dall’uomo che diceva di amarla: solo nel 2007 le vittime sono state 122. Il più delle volte l’assassino aveva le chiavi di casa: in 3 casi su 4 era il convivente o il marito. Lo rilevano gli esperti dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Anche l’Istat, le pari opportunità e altri istituti di ricerca da anni rilevano il crescendo del fenomeno. I dati ufficiali – che fanno riferimento solo ai casi denunciati o in cui c’è una morte- parlano chiaro, la violenza nasce spesso in famiglia e non è una questione di nazionalità. Sono tante le forme di violenza radicate nella nostra società che si nutrono di silenzi, paure, negazione dei diritti e ricatti di vario genere. Per questo i movimenti femministi e lesbici che nell’ultimo anno si sono riuniti nelle diverse città e in assemblee nazionali invitanto a tornare a manifestare anche oggi [piazza della Repubblica, ore 14] in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza alla donne. Non vuole essere un rito che si ripete ma una ripresa di parola pubblica su una questione che ci riguarda tutti, nessuno escluso.


pubblicato su Epolis Roma, www.epolisroma.it



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