Barbara Bonomi Romagnoli | Aids
133
archive,tag,tag-aids,tag-133,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-1.6.1

Informazione e partecipazione per sconfiggere l’Aids

Può una malattia cambiare il mondo? La risposta di Cristiana Pulcinelli, giornalista scientifica e scrittrice, è sì.

Nel suo “Aids. Breve storia di una malattia che ha cambiato il mondo” [Carocci, 2017], libro agile e ricco di dettagli, Pulcinelli ricostruisce nel tempo e nello spazio la genesi di una malattia che causa ancora milioni di morti e che più di altre ha segnato l’immaginario comune, così come racconta Pulcinelli nella sua disamina che spazia dalla letteratura al cinema, dalle scoperte mediche alle scelte politiche e alle campagne della società civile.

Preservativo, consultori, test: quello che ancora gli studenti non sanno sull’Hiv

«E sì perché all’improvviso sono diventati tutti potenziali portatori del virus del secolo. Che sì, può essere però… quasi m’hanno fatto credere che non ci si debba più sfiorare. Sarò io che sono paranoico, ma vedevo tutti così. Invece dammele quelle mani calde, le voglio stringere e toccare e abbracciamoci, ve ne prego, di più, più forte, e piangiamo uno sulle spalle dell’altro e ridiamo e beviamoci qualcosa insieme che tutto questo non fa male! Perché è quello il rischio, no? Una specie di orrendo isolamento, come se la gente stesse in agguato per schizzarti il suo sangue addosso. Certo che bisogna stare attenti e i preservativi e tutto il resto. Però il sangue è quella cosa densa e calda che ci corre dentro e ci fa essere vivi. Tutti quanti. E certo che ci sto attento, però guardiamoci negli occhi e stiamo uno attaccato all’altro, coraggiosi che se non sono io sei tu, ma che differenza fa? Potrei essere io. Perché adesso spero che l’abbiano capito tutti, no? Che non c’entra di che razza sei, con chi ti piace andare a letto, se sei maschio o femmina, se hai scopato con cento persone o con due soltanto, non c’entra proprio niente, sul serio! Io me lo sono fatto il test. M’ha detto che per il momento l’ho schivato. E poteva benissimo essere il contrario. E certo che me la sono fatta sotto quando sono andato a ritirarlo! Però quando mi sono seduto lì, e quello mi tirava il sangue, mi sono sentito proprio bene, pronto a tutto, ad accettare tutto. Mi sentivo bene, forte, intelligente. Coraggioso come un guerriero. Quando si fa qualcosa di coraggioso ci si sente un passo avanti. Ma col cuore, mica col cervello. Come se dentro il cuore ti si rilassa, no? e qualcosa gli si accende dentro. Una cosa così». [Brano tratto da «Primo Dicembre. Performance a più voci»] 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi