La rivoluzione femminista
di Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi
L’invito che ci ha portato all’università estiva di Attac Italia indicava anche una via di riflessione: “ci interesserebbe un intervento che non ci racconti (solo) il movimento delle donne, che non faccia (solo) la storia di Non una di Meno, ma che invece ci aiuti a capire perché la società che vogliamo o è femminista o non è”. Un suggerimento certamente elegante ma che tradisce un atteggiamento molto comune anche negli ambienti progressisti, ovvero gli uomini hanno sempre bisogno di spiegarci le cose, di dirci cosa è meglio fare e come farlo, con l’atteggiamento, nei nostri confronti, di chi elargisce una libertà che ci sembra spesso condizionata.